STORIA DI PAESE

Braida incarna la risata contagiosa di Raffaella e lo sguardo meditativo di Giuseppe. Questi fratelli, depositari del ricco patrimonio della viticultura italiana, lavorano instancabilmente per consolidare e espandere questa eredità. La loro dedizione si manifesta nella condivisione dei frutti migliori nel paese natale, Rocchetta Tanaro. Braida rappresenta il “bosco dei pensieri” a Montebruna e le barbatelle allineate pronte a creare nuovi vigneti di Barbera all’Asinara. Con un approccio basato sulla biodiversità, il rigore produttivo e il rispetto delle tradizioni, Braida Giacomo Bologna racconta la storia della Barbera. Mostra la sua espressione più vivace e spensierata e quella più profonda e sensuale oltre all’inedita avventura dei vini bianchi di Langa tra Nascetta, Chardonnay e Riesling.

Un sogno originario di Giacomo Bologna, ora concretizzato grazie al lavoro e alla dedizione di Raffaella e Giuseppe, che rendono Braida una realtà solida, felice e ammirata.

TRA LANGHE E MONFERRATO

Le tenute Braida si estendono tra il Monferrato astigiano e le Langhe. Il fulcro dell’attività si trova nei vigneti di Rocchetta Tanaro. Questi sono caratterizzati da terreni di medio impasto, con sabbia e argilla in proporzioni quasi uguali. Qui si trovano i cru prestigiosi come Bricco dell’Uccellone, Bricco della Bigotta e Montebruna, oltre alle terre ricche di limo dove nasce il Grignolino d’Asti Limonte. Altre vigne si estendono a Castelnuovo Calcea e Costigliole d’Asti, sempre nel Monferrato. Qui i terreni sono sciolti e leggeri composti da sabbie calcaree o argilloso-calcaree con ottima esposizione collinare. Nella regione delle Langhe, si coltiva il Moscato su terreni prevalentemente sabbioso-calcarei a Mango. La produzione di vini bianchi fermi con il marchio Tenuta Serra dei Fiori proviene dai terreni sciolti, ricchi di sabbia mista a marna calcarea di Trezzo Tinella.

RIVOLUZIONE DELLA BARBERA

Nel 1986, lo scandalo del metanolo colpì diversi territori, incluso il Piemonte e, di conseguenza, le vigne della Barbera. Questo evento la umiliò, declassandola dalla sua originaria fama di vino rustico e amato da tutti, trasformandola in una “robaccia”, priva di un futuro e indegna del titolo di “bevanda nobile”. Sembrava che la sua storia fosse giunta al termine. Tuttavia, da questa dolorosa umiliazione, la Barbera trasse l’ispirazione per migliorarsi, raggiungendo livelli di classe ed eleganza inaspettati.

Il condottiero di questa “rivoluzione dal basso” fu Braida – Giacomo Bologna, erede di una vigna di famiglia che produceva uve per le Cantine Sociali Piemontesi. Egli si dedicò a queste uve cadute in disgrazia, restituendo loro la dignità legittima. Comprendendo le esigenze dei timidi ma caratteristici tannini, decise di soccorrerli con l’utilizzo del legno, in particolare la barrique. Questo elemento fu il complice di Giacomo nel dare vita al vitigno, creando il celebre “Il Bricco dell’Uccellone“. La barrique, nella sua magia, permise alla Barbera di rinascere più forte che mai. In questo contesto, Giacomo restituì la dignità a questa “femmina generosa” e immortalò il ricordo del padre, donando all’azienda il suo soprannome affettuoso tra gli amici: Braida, che in piemontese significa “pallone elastico”, un richiamo ai giochi della gioventù di quegli anni.

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