STORIA

Importante varietà della Sicilia occidentale di cui si sono ignorate per lungo tempo l’origine e la provenienza. La prima citazione sembra risalire al 1873 mentre il vitigno non è citato tra quelli coltivati in provincia di Trapani nel 1886. Sull’isola sarebbe arrivato dopo l’invasione filosserica, adattandosi bene alle nuove condizioni pedoclimatiche: la naturale predisposizione del grillo a dare i vini particolarmente alcolici e di facile ossidazione (Qualità importanti per la produzione del Marsala) gli fece guadagnare la stima dei produttori di quella zona, a scapito del Catarratto, che risultava meno produttivo su quei terreni. Negli anni 30, all’apice della ricostruzione fillossera, al Grillo fu assegnato circa il 60% dei terreni vitati dell’attuale provincia di Trapani.

DIFFUSIONE 

Passata l’euforia della ricostruzione post-fillossera il Grillo ha perso terreno a favore di varietà più redditizie: oggi non più del 5% della superficie vitata del Trapanese è dedicata a questo vitigno, entra nella composizione della DOC Marsala. Nel resto dell’isola è ancora meno diffuso.

VINO

Si tratta di un’uva impiegata sia tavola sia per la vinificazione. In purezza, dà vita a un vino dal colore giallo paglierino intenso, con profumi evoluti di fiori secchi e di fieno, dal gusto caldo, asciutto e leggermente tannico, con una buona acidità che lo rende particolarmente adatto all’invecchiamento.

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