Uno skyline d’eccezione, quello della Toscana. La cupola del Brunelleschi e la Torre del Mangia, le torri di San Gimignano e quella pendente di Pisa, le colline verdissime e i marmi bianchi di Carrara, i cipressi di Bolgheri e i pini marittimi della costa grossetana. Il tutto immerso in un’atmosfera che profuma di arte e che incanta gli amanti della bellezza di tutto il mondo, con tratti morbidi e invitanti che contrastano con l’irriverente ironia del popolo toscano. Trasferirsi in questi luoghi magici per molti è un sogno. Solo alcuni lo realizzano e, a volte, producono ottimo vino.

TERRA DI ECCELLENZE

Nel 1716 vennero elette quattro zone vitivinicole di eccellenza: Chianti – l’odierno Chianti Classico, Carmignano, Pomino e Valdarno Superiore. Il XIX secolo sancì la notorietà del Chianti in ambito regionale, con la consacrazione dell’uvaggio chiantigiano di Bettino Ricasoli, nel quale si confermava la supremazia del Sangiovese su Canaiolo nero e Malvasia. Nonostante l’autorevole parere del Barone di ferro, in vigna si continuò a sperimentare, cercando di adattare i vitigni francesi al suolo toscano, con l’impianto di vigneti a Pomino da parte di Vittorio Albizi, e di individuare un particolare sangiovese, come testimonia la creazione del Brunello di Montalcino da parte di Biondi Santi. Nel 1963, la Vernaccia di San Gimignano diventa il primo vino italiano a ricevere il riconoscimento DOC nel 1966, e nel 1980 il Vino Nobile di Montepulciano e il Brunello di Montalcino ricevono, anche loro per primi, la DOCG.

NASCITA DEI SUPERTUSCAN

Intorno agli anni ’80 il sistema vitivinicolo della Toscana ringiovanisce. Nuove tecniche di cantina, l’ampio uso di barrique, la valorizzazione del Sangiovese e l’utilizzo di vitigni internazionali da voce a zone riscoperte o a nuova zone vitivinicola, come la costa tirrenica. Tutto ciò diede vita alla creazione di numerosi vini d’autore di alta qualità, definiti Supertuscan, che ancora oggi hanno una grandissima fama a livello internazionale.

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