STORIA

Il Sagrantino è il vitigno tipico di Montefalco, piccolo comune in provincia di Perugia. Già Marziale nel I secolo d.C. cita i vini di Montefalco in un epigramma e nella stessa epoca Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia, ricorda l’uva hirtolia prodotta nel municipio di Melania, l’attuale territorio tra Bevagna e MontefalcoVerso la fine dell’ottocento, comunque, comincia ad apparire un vino denominato Sagranino, prodotto con l’uva locale di Montefalco dal cui nome non si riesce a stabilire l’origine perché non risulta in alcun documento antico, anche se gli anziani del luogo assicura di avere sempre sentito parlare di Sagrantino. 

Dopo l’iscrizione a registro nazionale delle varietà di vite del 1970 è stata autorizzata la DOC per il Sagrantino Passito, mentre per il riconoscimento la versione secco si dovrà aspettare qualche anno. Dall’inizio degli anni 90′ il Sagrantino ha conosciuto una rapida crescita di interesse e di considerazione tra i consumatori: merita senza dubbio delle fatiche degli entusiasmi del produttore Marco Caprai, il primo ad avere creduto nelle virtù di questo vitigno. Nel 1992 il Sagrantino, nelle versioni Secco e Passito, è diventato il dodicesimo vino Italiano a ottenere la DOCG.

DIFFUSIONE

L’area di coltivazione del Sagrantino corrisponde grosso modo al territorio della DOCG Montefalco Sagrantino, che comprende il territorio del Comune di Montefalco e parte di quello dei comuni limitrofi di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria in provincia di Perugia. Gli ettari vitati destinati a questa varietà all’interno della denominazione sono fortemente aumentati tra il 2000 e il 2010, passando da circa  175 a quasi 700.

VINO

Il vino si caratterizza per il buon contenuto alcolico e l’elevata dotazione di estratto e poli fenoli che gli permette di invecchiare per periodi medio-lunghi. La versione secco ma di solito un colore rubino molto scuro e pieno, che tende ad assumere riflessi granata con l’invecchiamento, mentre i profumi sono intensamente fruttati, speziati, fini e persistenti. Grande lo spessore gustativo; ricco, armonico e asciutto il finale di bocca. Nel Passito, invece, sono esaltate le sensazioni di frutta matura, di confettura di frutti di bosco e spezie, mentre al palato la contenuta dolcezza bilancia bene l’imponente struttura tanica.

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