STORIA
Le origini del vitigno Barbera sono senz’altro antichissime, eppure, nonostante la sua fame di fusione, le prime testimonianze storiche certe a riguardo non vanno più in là del XVII secolo: in un documento conservato presso il municipio di Nizza Monferrato, in provincia di Asti, si trova per la prima volta un accenno a questa varietà. È probabile che già in precedenza si parlasse si scrivesse del vitigno, ma indicandolo come “grida” o “grisola”, termine che accomunava il Barbera all’uva Spina per la sua acidità.
La prima menzione importante risale al 1798 ed è contenuta nella Isrtruzione sulla Coltivazione delle viti e sul Metodo Migliore di Fare e Conservare Vini redatta dal conte Giuseppe Nuvolone Pergamo, vicedirettore della Società Agraria di Torino. La varietà è stata iscritta al Registro Nazionale nel 1970.
DIFFUSIONE
Il Barbera contende al Sangiovese la palma di vitigno a bacca scura più coltivato in Italia, con oltre 50.000 ha impiantati. Tra le regioni in cui è più diffuso segnaliamo la Lombardia, in particolare l’Oltrepò, l’Emilia-Romagna (Colli Piacentini, Bolognesi e di Parma) e la Sardegna. Ma è nel Piemonte che il barbera trova il suo terroir d’elezione, dando origine addirittura quasi la metà del vino prodotto ogni anno in regione. Le zone del Sud Piemonte, Langhe, Monferrato e Tortonese, di Alba e Asti sono le più vocate.
Il Barbera è anche il vitigno Italiano più esportato all’estero, soprattutto nel Nuovo Mondo dove ha riscosso un notevole successo in Argentina e in California. A parte i numerosi vini da tavola di cui costituisce la base, dà origine a svariate denominazioni, tra cui citiamo Barbera d’Alba, d’Asti e del Monferrato, Barbera dei Colli Bolognesi, dei Colli Piacentini e dei Colli Tortonesi. Nell’Oltrepò entra nella preparazione di vini come Barbacarlo, Sangue di Giuda, Buttafuoco, Frecciarossa. Nel Piacentino contribuisce a dare vita al Gutturnio.
VINO
Impiegato esclusivamente per la vinificazione, il barbera mostra ottime proprietà sia quando lavorato in purezza, sia quando abbinato ad altre varietà. Se da solo, presenta colore rosso rubino, ricco di profumi, con richiami di frutta rossa, sottobosco e spezie, mentre in bocca lascia emergere un gusto asciutto, austero, sostenuto da acidità evidente. Quando abbinato, apporta alle varietà associate alcol, acidità e spesso anche colore.