STORIA

Un antico vitigno di origine adriatica, da sempre considerato parente del Trebbiano Giallo, come lascerebbe intendere anche il sinonimo Trebbiano di Teramo con il quale è conosciuto in Abruzzo. Gli studi di cui è stato oggetto in passato – Acerbi (1825), Di Rovasenda (1877), Molon (1906) e altri riportano numerose sinonimie e confusioni di identità. Si tratta di un’uva forte, che mostra una buona resistenza tanto agli eventi meteorologici quanto alle malattie e garantisce una buona costanza qualitativa e copiose rese produttive. Per queste caratteristiche era particolarmente apprezzata dai viticoltori, che usavano chiamarla con sinonimi come Cacciadebiti, Scacciabebito, Pagadebito e Uva d’Oro che fanno esplicito riferimento alla capacità del vitigno Passerina di garantire un buon reddito. Le ricerche più recenti hanno confermato le differenze con il Trebbiano e l’identità con il Bombino Bianco, riconoscendo al contempo come corretti i sinonimi Caccione, Camplese e Uva Fermana.

DIFFUSIONE 

Iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite dal 1971, è molto diffuso nelle Marche in provincia di Ascoli Piceno e Fermo – contemplato in purezza nella Docg Offida Passerina e in provincia di Teramo, dove è presente nelle Doc Controguerra Passerina (in purezza) e Controguerra Bianco (in assemblaggio). Se ne registra una discreta presenza anche in Romagna e nel Lazio.

VINO

Generalmente utilizzato in assemblaggio con altri vitigni, si guadagna il massimo della considerazione quando è vinificato in purezza: si ottiene un vino di media intensità e dai toni olfattivi intensi e floreali. Assicura buoni risultati nelle versioni frizzanti e spumanti, mentre con l’appassimento delle uve si hanno vini da meditazione di salda struttura, suadenti nei profumi di amaretto e albicocca.

Visualizzazione del risultato