STORIA

Le prime notizie certe relative alla coltivazione di questo popolare vitigno risalgono alla fine del Cinquecento, anche se molti elementi (il profondo radicamento in certe zone in cui è attualmente diffuso, le testimonianze orali dei vecchi contadini e fonti scritte meno certe portano a pensare ragionevolmente che la sua origine sia più antica.) Le testimonianze sicure ne collocano la culla nella zona del Monferrato, vale a dire nel basso Piemonte

Di qui il Dolcetto si sarebbe diffuso in Liguria, nell’Oltrepò Pavese, in misura minore nel Piacentino e nel Milanese, ma soprattutto nel Cuneese e nell’Alessandrino. Una delle incomprensioni più frequenti riguarda il nome: Dolcetto non deriva da una caratteristica del vino (che è decisamente secco, non dolce!), bensì dell’uva, le cui bacche sono basse di acidità.

 La Liguria ha conteso a lungo al Piemonte la primogenitura del vitigno: in effetti nell’entroterra della riviera si coltiva da tempo immemore una varietà di Dolcetto detta Ormeasco (dal nome del comune di Ormea, che però si trova in Piemonte), che ha il suo cru storico a Pornassio (Imperia).

Il Molon (1906) parlava del Dolcetto dicendo che «trattasi di un vitigno che, nell’alta Italia, è forse il più coltivato». La sua ampia diffusione fu stroncata dalla fillossera: i vigneti furono devastati e i contadini piemontesi, al momento di reimpiantare le viti su piede americano, privilegiarono la Barbera, varietà più rustica e più resistente alle malattie, oltre che più produttiva.

DIFFUSIONE

In Piemonte la superficie dedicata a questo vitigno, resta ampia e possiamo individuare sette aree geografiche distinte, cui corrispondono altrettante denominazioni. In provincia di Cuneo sono le colline albesi a fare la parte del leone dal punto di vista quantitativo, con quasi 1500 ettari vitati: la Doc di riferimento è Dolcetto d’Alba. La zona di Dogliani invece – dove il Dolcetto è considerato “primo vitigno” e gli sono dedicati i terreni migliori – gode del maggiore prestigio della Docg. Sempre nel cuore del Cuneese sono importanti le zone di Diano d’Alba (Docg Dolcetto di Diano o Diano) e delle Langhe Monregalesi (Doc omonima).

In 24 comuni del Monferrato si produce il Dolcetto d’Asti, mentre nellAlessandrino la coltivazione del vitigno è concentrata nell’Ovadese (Doc Dolcetto di Ovada e Doc Dolcetto di Ovada Superiore) e nell’Acquese Dolcetto di Acqui). In Liguria il Dolcetto si coltiva a ridosso dei monti che la separano dal Piemonte. Sporadica la presenza in Valle d’Aosta, dove il Dolcetto è impiantato nella bassa Valle.

VINO

I vini che si ricavano hanno qualità distinte a seconda delle zone di provenienza e, naturalmente, dei metodi di vinificazione. In generale questo vitigno da viti a vini dal colore rosso rubino violaceo molto scuro, caratteristico, e profumi di frutta rossa tipo prugna, con note evidenti di piccoli frutti di bosco (mora), spezie, mandorla amara. Il gusto è asciutto, tannico e poco acido.

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