STORIA 

Si ritiene che l’Uva Durasena segnalata fin dal 1292 negli Statuti di Costozza -oggi frazione di Longare, sul versante orientale dei Colli Berici- non sia altro che l’antico ceppo dell’attuale Durella. La prima citazione si deve però all’Acerbi (1825), che descrive un Durella coltivato nella provincia di Vicenza e un altro in Oltrepò Pavese, con caratteristiche molto simili tra loro. L’etimologia del nome va attribuita quasi certamente allo spessore e alla consistenza coriacea della buccia; i sempre meno utilizzati sinonimi Rabiosa, Cagnina e Caina esprimono in qualche modo lo stesso concetto di durezza e tenacità.

Anche l’estrema acidità del vino generalmente ottenuto con queste uve potrebbe dare giustificazione al nome del vitigno.  Per molto tempo è stato confuso da vari studiosi con il Nosiola trentino, fino a quando il professor Cosmo dell’Istituto di Conegliano (1960) confutò definitivamente questa ipotesi.

È stato iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 1970.

DIFFUSIONE 

La diffusione del vitigno è ampia in Lessinia – la zona collinare tra le province di Verona e Vicenza -, dove gode di rinnovato interesse da parte sia dei produttori sia del Consorzio di tutela, tanto da essere contemplato (oltre l’85%) nella Doc Lessini-Durello. È presente in quantità modeste nelle Doc Breganze Bianco, Gambellara, Lugana, Valdadige e Garda Orientale, e in maniera sporadica anche in provincia di Massa Carrara e nell’alta Lunigiana, dove è conosciuto come Durella Gentile.

VINO 

Il colore del vino è paglierino scarico, con riflessi verdognoli. I profumi sono semplici e leggermente fruttati, mentre all’assaggio rivela corpo leggero e acidità tagliente. Per queste caratteristiche si presta molto bene alla spumantizzazione.

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