STORIA

È sicuramente la varietà a bacca bianca più importante della provincia di Verona, quella che entra, con percentuali più o meno rilevanti, nella gran e dei vini più rinomati di questa zona. Già Pier de’ Crescenzi cita il Garganega, distinguendo il vitigno in due tipi -“femmina”, molto produttivo, e “mascolino”, meno generoso -, dei quali probabilmente il primo può essere il progenitore del Garganega odierno. Successivamente se ne occuparono un po’ tutti gli ampelografi, a testimonianza di un interesse sempre vivo per il vitigno e della sua costante diffusione sul territorio.

Pollini (1824) e Zantedeschi (1862) riportano, nei loro elenchi dei vitigni diffusi nel Veronese, sia il Garganega sia il d’oro, vitigni dalla accertata sinonimia; nello stesso periodo, moltissimi documenti testimoniano la presenza del Garganega anche in territorio vicentino. Cosmo (1939) parla anche di un vitigno Garganega Bianca già studiato da Perez (1886) e sostiene sia uguale al Weisser Terlaner: ma quest’ultima sinonimia è stata di recente considerata errata.

Nello stesso testo Cosmo, richiamandosi anche a quanto scritto dal Marzotto (1825) e dal Molon (1906), conclude che tutti i tipi di Garganega si possono ricondurre a due vitigni fondamentali e diversi: il Garganega Comune o Garganega, con le sottovarietà Biforcuta, Frastagliata e Rossa (vitigni sostanzialmente da vino e come tali coltivati nelle colline di Soave, sui Colli Berici e sui Colli Euganei), e il Garganega Grossa o Garganegona, che si può identificare con il Doronsa di Venezia, varietà ora pressoché scomparsa
zata in passato esclusivamente come uva da mensa. Queste suddivisioni sono ancora considerate valide e quando si parla di Garganega si intende solo la varietà comune utilizzata come uva da vino. iscritta al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 1970.

DIFFUSIONE

Presente un po’ in tutto il Veneto occidentale, ha la sua patria d’elezione in provincia di Verona, in particolare all’interno della zona della Doc Soave. Qui occupa la maggior parte degli oltre 6000 ettari coltivati, dimostrando di essere in grado di dare ottimi risultati su terreni sia calcarei sia vulcanici. Poco più a est incontriamo la Doc Gambellara che, pur senza avere la fama di Soave, è uno dei luoghi dove il Garganega dà i risultati migliori. È molto diffuso in prossimità del lago di Garda, dove entra nella Doc Bianco di Custoza; anche in Valpolicella è presente, seppure in quantità modeste.

In passato molto diffuso, oggi sta perdendo terreno sui Colli Berici e ancora di più su quelli Euganei, dove sta gradualmente scomparendo. Complessivamente gli ettari di Garganega registrati in Italia dal censimento del 2010 sono circa 10.700.

VINO

Il vino si presenta con colore giallo paglierino abbastanza intenso. I profumi sono caratterizzati da una fresca nota floreale seguita da profumi di frutta matura.  Dopo un adeguato invecchiamento rivela una straordinaria mineralità. Al palato mostra un corpo snello e grande agilità, armonia e sapidità. Sia in purezza sia unito a piccole percentuali di Trebbiano di Soave o Chardonnay, può dare origine a vini bianchi che riescono a esprimersi al meglio anche dopo un decennio di vita.

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