STORIA
Il Carignano è un vitigno diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo occidentale, come già riportato da Viala e Valmorel (1905); in Francia dove risulta essere la varietà più coltivata in assoluto è conosciuto con il nome Carignan, in Spagna, dove è presente soprattutto in Catalogna con il nome Carinena. È iscritto al Registro Nazionale della Varietà di Vite dal 1970.
È difficile stabilire il momento in cui ha fatto la sua comparsa sull’isola di Sant’Antioco e poi nella vicina regione del Sulcis, le prime zone della Sardegna che hanno visto la tua presenza. Potrebbe essere stato introdotto dei Fenici, fondatori di Sulci i cui ruderi sono ancora visibili appunto nell’isola di Sant’Antioco. È una varietà che presenta una buona resistenza ai 20 marini e alle crittogame, di spiccata produttività e senza particolari esigenze pedoclimatiche. È interessante notare che nei vigneti piantati sulle dune fossili presenti a Sant’Antioco ha dimostrato un’ottima resistenza alla fillossera, tanto che è abbastanza frequente trovare nei vecchi appezzamenti coltivati ad alberello viti su piede franco.
DIFFUSIONE
In Sardegna il Carignano si è diffuso nella prima fase di ricostituzione dei vigneti successiva all’invasione filloserica: è varietà raccomandata in tutte le province anche se è coltivata prevalentemente nelle aree costiere del Sulcis Iglesiente, dove ha trovato la sua terra di elezione, nel Sarrabus, nel Terralbese e a Santa Margherita di Pula. Rientra come componente principale della DOC Carignano del Sulcis. Predilige suoli sciolti e poveri, i terreni collinari è un clima particolarmente siccitose e torrido.
Le uve prodotte a Sant’Antioco danno un ottimo vino da taglio: grazie la sua corposità alla prerogativa di riuscire a integrare altre basi carenti. È possibile rinvenire sparute piante di Carignano nell’Italia centrale, in Toscana, Marche e Lazio.
VINO
Quest’uva permette di ottenere vini pieni, ricchi e grassi, con un contenuto estrattivo e superante una qualità di tannini molto nobile. Per un perfetto equilibrio fra la componente acido-organica, il grado alcolico, il valore polifenolico e una giusta macerazione della buccia, sarebbero da preferire una fermentazione a freddo in tini di acciaio inossidabile, una evoluzione nelle tradizionali vasche di cemento, un passaggio in piccole botti di quercia è un lungo affinamento in bottiglia.
Il vino prodotto in questo modo a un bouquet complesso e una vita molto lunga. Il Carignano dà risultati più remunerativi quando il prodotto nell’entroterra sul terreno argilloso, mentre con le piante che crescono sulle sabbie il vino a volte è sapido, complesso, piuttosto rotondo e molto grasso, più difficile da gestire ma di straordinaria piacevolezza.
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