STORIA
L’origine della Vernaccia di Oristano è molto antica: il nome potrebbe derivare da “vernaculum” (del posto), termine con il quale in genere si indicavano vitigni di origine incerta ma largamente coltivati in un certo luogo. Una leggenda attribuisce a Santa Giusta, scesa dal cielo nella sua terra colpita dalla malaria, il dono del vitigno, dal quale si sarebbe ricavato un vino miracoloso, capace di debellare il morbo. Leggende a parte, pare che la varietà sia stata importata in Sardegna dai Fenici, che l’avrebbero introdotto attraverso il porto di Tharros, anche se alcuni studiosi sostengono che la prima diffusione sia databile in epoca romana, mentre altri pensano che il vitigno sia giunto sull’isola proveniente dalle coste della Spagna. È iscritto al registro nazionale delle varietà di vita dal 1970.
DIFFUSIONE
L’area di produzione della DOC vernaccia di Oristano è concentrata in un gruppo di comuni della bassa valle del Tirso, dove le terre si distinguono in Gregori (più alte e asciutte) e bennaxi (Un tempo paludose, ora le più fertili, da cui si ottiene il prodotto migliore). Si prevedono le tipologie secco, superiore, superiore riserva, liquoroso dolce e liquoroso secco.
IL VINO
Nei primi mesi di vita il vino è senza carattere, a un colore pallido e sapore tenue; all’inizio della primavera è filtrato e comincia ad assumere caratteristiche più marcate. Dopo due anni di invecchiamento in botti di rovere o castagno, la Vernaccia di Oristano, diventa un ottimo vino bianco, con profumi intensi e piacevole gusto di mandorla. Il successivo affinamento, di tipo ossidativo, può durare anche 10 anni, in botti scolme dove il bene protetto da uno spesso vero di lieviti (la Flor) che permettono una lenta ma perfetta evoluzione.
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