Sequerciani si dedica alla produzione di vini naturali, utilizzando esclusivamente varietà autoctone di uve toscane. Il processo di affinamento dei loro vini avviene in giare di terracotta e barrique usate, mirando a enfatizzare i sapori delle uve coltivate in modo biodinamico. Senza alcuna interferenza o manipolazione, essi permettono che il tempo svolga il suo ruolo, consentendo al vino di rivelare se stesso come un autentico messaggero del territorio, raccontando la sua storia in modo naturale all’interno di ogni bottiglia. Al momento, il loro “progetto cantina” è in fase di sviluppo, ed essi stanno costruendo una cantina prevalentemente interrata. Questa architettura geologica è progettata con grande rispetto per le caratteristiche naturali del paesaggio circostante, evitando qualsiasi alterazione significativa del suo aspetto originale.

PROGETTO CANTINA

La struttura architettonica rappresenta un oggetto di grande valore simbolico aggiunto, simile al vino stesso, poiché, oltre alla sua funzionalità, incarna la filosofia dei suoi creatori, la maestria di coloro che hanno partecipato alla sua creazione e, in ultima analisi, la cultura di coloro che lo sperimentano. La fondamenta di ogni vino eccezionale risiede nella sua connessione con il “terroir“, il territorio, e questo concetto si riflette nel progetto architettonico di Sequerciani. Per preservare l’integrità delle dolci curve della conca di Sequerciani, che si affaccia a sud, gran parte della struttura è stata costruita sottoterra, configurando un vasto tamburo circolare e una galleria sinuosa, emergendo solo occasionalmente. Questa parte superiore è coronata da una piattaforma alberata, un’autentica acropoli vegetale che mette in risalto l’andamento naturale delle creste. 

Nel frattempo, la porzione posteriore dell’edificio si fonde organicamente con la scarpata che segna il confine del terreno, sfumando nella foresta circostante. L’architettura stessa è di natura geologica, tratta dalle caratteristiche essenziali del paesaggio, mantenendo la sua integrità originale senza comprometterla. La scelta di costruire sottoterra consente l’efficiente utilizzo delle risorse, tra cui energia e acqua. L’edificio sfrutta la freschezza naturale dei livelli superiori e il calore delle profondità, insieme all’umidità, per la climatizzazione degli ambienti. Inoltre, la superficie dell’acropoli funge da mezzo di raccolta dell’acqua piovana. Questa viene successivamente immagazzinata in un bacino esterno collegato a un sistema di permacultura per un utilizzo sostenibile.

LA TENUTA

Il cuore da cui tutto è nato è la tenuta. 100 ettari di bosco, vigneti, oliveti, orto e seminativi destinati ai grani antichi di varietà Senatore Cappelli e Verna, per la produzione di pasta e farina. Nei cinque ettari di vigna cui si aggiungono altri sette piantati di recente e ancora non in produzione, si coltivano vitigni autoctoni antichi, come il Pugnitello e il Foglia Tonda, accanto ai tradizionali Sangiovese, Ciliegiolo, Vermentino, Aleatico. Poi gli oliveti di cultivar Moraiolo, Frantoiano e Lazzero che cresce solo sulle colline di Tatti, la produzione di miele, di un orto in cui recuperare e coltivare antiche varietà locali di ortaggi. E su tutto la scelta dell’agricoltura biodinamica e naturale, difficile da fare bene e da far capire, ma che qui tocca punte di vera eccellenza.

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