Fontodi è situata nel cuore del Chianti Classico, esattamente nella valle a sud del paese di Panzano conosciuta come “Conca d’oro della Toscana“. Questa regione è celebre da secoli per la sua predisposizione alla viticoltura di eccellenza grazie a una combinazione unica di altitudine elevata, terreni ricchi di galestro, intensa luminosità e un microclima straordinario. Le condizioni comprendono calde temperature, clima asciutto e notevoli variazioni termiche.
ECCELLENZA FAMILIARE
La famiglia Manetti possiede Fontodi dal 1968 ed è famosa da generazioni per la produzione di terrecotte, una tradizionale attività nel Chianti. Questo forte legame con la regione ha spinto l’azienda a concentrarsi sulla coltivazione di vigneti e a studiare a fondo il potenziale del Sangiovese nella zona di Panzano con grande passione per la qualità. Fontodi è orgogliosamente una cantina biologica certificata che si estende su 220 ettari, di cui più di 100 sono destinati ai vigneti. L’approccio agricolo si basa su principi di naturalità e sostenibilità, evitando l’uso di prodotti chimici di sintesi e cercando di massimizzare l’uso delle risorse interne, ad esempio utilizzando il compost derivante dai residui di potatura e il letame prodotto dall’allevamento di chianine presenti in azienda per concimare i vigneti.
Questo rispetto per l’ambiente si traduce in vini di alta qualità, puliti e che esprimono al meglio il carattere del territorio. La vinificazione e l’invecchiamento del vino avvengono nella moderna cantina, progettata su più livelli in modo da lavorare in modo naturale e nel rispetto della integrità delle uve.
FOCUS SUL FLACCIANELLO
Per creare un vino eccezionale, è essenziale possedere un territorio straordinario e un clima favorevole, ma anche un vitigno che sia in sintonia con queste condizioni: il Sangiovese. Tuttavia, un elemento cruciale è l’apporto umano. In questo caso, si assiste all’incontro di due figure eccezionali che uniscono le proprie personalità, competenze e audacia: Giovanni Manetti, il proprietario, e Franco Bernabei, l’enologo. Da questa sinergia, nasce la visione di valorizzare il Sangiovese in purezza. Nel 1981, l’annata inaugurale del Flaccianello, è stata un momento storico. In quel periodo, il disciplinare del Chianti Classico permetteva l’uso di altri vitigni, anche a bacca bianca. Tuttavia, la decisione coraggiosa è stata quella di vinificare il Sangiovese da solo, al fine di esaltarne la potenza, il carattere e la capacità di invecchiamento.
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