Nonostante produca vino solo dal 2006, Dominique Moreau ha già attirato un seguito devoto per i suoi champagne coltivati ​​biologicamente, riccamente espressivi.

Dominque Moreau ha iniziato a coltivare la vite in proprio nel 2001, quando ha avuto l’opportunità di affittare un ettaro di vigneto, da un viticoltore in pensione. Successivamente ha acquisito e impiantato appezzamenti adiacenti a questo, e oggi ha un totale di circa 2,5 ettari, tutti situati in un unico blocco all’interno di un vigneto  a Polisot.

La maggior parte delle sue viti sono Pinot Nero, poi Chardonnay, e una piccola parte di Pinot Bianco. Come la maggior parte dei vigneti di Polisot, questa parcella è esposta a sud, situata in una delle valli che attraversano la zona, anche se una parte della parcella, coltivata a viti più vecchie, piega leggermente verso est.

Sostenibilità

L’agricoltura biologica è importante per l’azienda Marie Courtin e lavora anche con alcuni preparati biodinamici. Nel 2006 ha iniziato la conversione alla certificazione biologica: poiché ci vogliono quattro anni, l’annata 2010 sarà la prima ad essere ufficialmente certificata biologica.

Un grande vantaggio è avere tutte le viti in un unico appezzamento isolato, riducendo al minimo l’inquinamento.

Moreau è profondamente consapevole della storia della regione e ha un profondo rispetto per coloro che hanno lavorato la terra prima di lei. Per questo motivo, ha scelto di trovare un nome diverso dal suo per la sua etichetta di champagne.

“Non volevo mettere il mio nome sulla bottiglia perché non sono stata coinvolta solo io”, dice. Invece, ha scelto il nome della sua bisnonna, Marie Courtin, “qualcuno che era molto vicino alla terra”.

Nei suoi Champagne troviamo lo straordinario mix di una materia prima di grande integrità, di un tocco gentile e deciso in vinificazione ed una attenzione maniacale a tutti i dettagli.
Sono vini raffinati ed essenziali, senza alcun dosaggio, per veri appassionati.

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