Antonio Pulcini, classe 1940, proprietario di Casal Pilozzo, più di 70 vendemmie alle spalle, un condottiero che non si è rassegnato al lento ed inesorabile declino del Frascati. Nella sua villa con vista su tutta Roma, ci si arriva per sentito dire: non la segnala nessuna guida, non ne parla nessun comunicatore di grido. Sono, piuttosto, quei pochi ristoratori che conservano bottiglie del mitico Colle Gaio – tra i quali figurano Heinz Beck e Marco Reitano de La Pergola – o i pochissimi appassionati che hanno avuto modo di toccare la leggenda con mano, a far girare nella cerchia degli appassionati storie di bianchi che, a distanza di trent’anni, mantengono un colore intatto e una freschezza imbarazzante.

Longevità e lungimiranza

Viene da chiedersi com’è che questi vini riescono a rimanere intonsi per decenni.

La risposta va cercata nella testardaggine di Antonio, personaggio senza compressi, un bastian contrario che ha capito quale indirizzo prendere molto prima che i tempi fossero maturi.

“ Era il 1979, facevo parte del C.D.A. del Frascati, si votò per alzare le rese massime da 130 a 150 quintali per ettaro: non c’era una strategia aldilà dell’ inondare il mercato romano con quantitativi enormi di bottiglie vendute a prezzi ridicoli. Del resto, al tempo il consumo pro capite di vino era circa una bottiglia a persona ogni due giorni, ma io avevo già capito che non poteva andare avanti a lungo, che prima o poi la gente avrebbe cominciato a bere meno e meglio e sarebbe anche arrivata la concorrenza da tutta Italia. Così lasciai, continuai per la mia strada. Se mi guardo indietro, mi rendo conto che ho fatto la cosa giusta, ma forse sono partito un po’ troppo presto…”

La cantina

La cantina di Casal Pilozzo è scavata nel tufo sotto la villa, queste grotte sono il segreto numero uno delle Malvasie immortali: la temperatura costante di quindici gradi, l’umidità perfetta, la quasi totale assenza di luce, garantiscono una maturazione perfetta del vino in vetro. 

180 metri quadri di grotte sotterranee, 180.000 mattoni, 8 mesi di lavoro e 240.000 bottiglie che invecchiano negli anni.

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